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Luigi Capuana: Un Vampiro / A vámpír

un-vampiro

Nelle località dove questo fatto si produce, le donnicciole, i contadini corrono al cimitero, disseppelliscono il cadavere, lo bruciano… È provato che il Vampiro allora muore davvero; e infatti il fenomeno cessa… Tu dici che il tuo bambino…” “Vieni a vederlo; non si riconosce più. Luisa è pazza dal dolore e dal terrore… Mi sento impazzire pure io, anche perché invasato dal diabolico sospetto… […]” Misteriose e preoccupanti vicende capitano a una sfortunata coppia che si trova all’improvviso ad affrontare terrori notturni, presunte possessioni demoniache, stati di allucinazione.

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Emberek futnak a temetőbe, hogy a földeletlen testeket elégessék. Úgy gondolják, hogy ha elégetik a vámpír testét, akkor az végérvényesen meghal és nem kísérti őket tovább.  Luisa őrült fájdalomtól szenved, úgy érzi, megőrül, mert megszállta a gonosz…

Titokzatos és aggasztó események történnek…

Dettaglio:

«L’acqua benedetta invece fece peggio. La notte dopo… Oh!… Mi sento rabbrividire al solo pensarci. Ora tutto l’odio di colui era rivolto contro il bambino… Come proteggerlo?… Appena Luisa vedeva…».

«O le sembrava di vedere…».

«Vedeva, caro mio, vedeva… Vedevo anche io… quasi. Giacché mia moglie non poteva più avvicinarsi alla culla; una strana forza glielo impediva… Io tremavo allo spettacolo di lei che tendeva desolatamente le braccia verso la culla, mentre colui – me lo diceva Luisa – chinato sul bambino dormente, faceva qualcosa di terribile, bocca con bocca, come se gli succhiasse la vita, il sangue… Sono tre notti di seguito che la nefanda operazione si ripete e il bambino, il caro figliuolino… non si riconosce più. Bianco, da roseo che era! come se realmente colui gli abbia aspirato il sangue; deperito in modo incredibile, in tre sole notti! È immaginazione questa? È immaginazione? Vieni a vederlo».

«Si tratta dunque?..».

Il Mongeri rimase alcuni minuti pensoso, a testa bassa, aggrottando le sopracciglia. Il sorriso un po’ sarcastico e un po’ compassionevole apparsogli su le labbra mentre Lelio Grandi parlava, si era spento tutt’a un tratto. Poi alzò gli occhi, fissò l’amico che lo guardava con ansiosissima attesa e ripetè:

«Si tratta dunque?… Ascoltami bene. Io non ti spiego niente, perché sono convinto di non poter spiegarti niente. È difficile essere più schietto di così. Ma posso darti un consiglio… empirico, che forse ti farà sorridere alla tua volta, specialmente venendoti da me… Fanne l’uso che credi».

«Lo eseguirò subito, oggi stesso».

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